Il counselor aiuta il cliente ad approfondire la comprensione della sua situazione e ad affrontare le scelte e i cambiamenti necessari per risolvere il problema e per proseguire nella crescita personale. Il ruolo del counselor, infatti, è quello di aiutare il cliente rispettando i suoi valori, le sue risposte personali e la sua capacità di autodeterminarsi. Il counseling, infatti, si fonda su un’ottica fondata su una visione positiva dell’uomo, in cui trova spazio la fiducia nell’esistenza di concrete possibilità di cambiamento e di miglioramento delle condizioni di vita, Quindi attraverso, l’incontro tra due persone, counselor e cliente si crea una relazione d’aiuto capace di catalizzare e promuovere il cambiamento e la migliore utilizzazione delle risorse a disposizione.
Il fattore umano del counselor diventa fondamentale affinché questa relazione porti i risultati proposti e principalmente attraverso l’ascolto attivo e la comprensione empatica, che facilitano la comunicazione, e il colloquio.
Mancando, però una vera definizione di counseling e counselor possiamo dire che il counseling può variare in modo sostanziale a seconda del tipo di formazione e l’orientamento teorico del counselor; le tecniche impiegate; le persone coinvolte; i rapporti che si stabiliscono fra consulente e cliente e i comportamenti che si determinano; il problema riferito; il fine; la durata prevista per l’intervento e i risultati attesi.
Resta però chiaro che il counselor instaura con il cliente una relazione d’aiuto e che è orientato ad operare più sulla salute e il benessere della persona (salutogenesi) che sulla patologia settore, come abbiamo detto, riservato agli psicologi.
Nel tentativo di fare un po' di chiarezza, nel 1992 Russel, Dexter e Bond hanno determinato cinque tipi di categorie di intervento: befriending, advice, guidance, counseling skills e counseling professionale.
Il befriending è un tipo di intervento amicale ma che non è supportata da competenza o consapevolezza di aiuto. In questo caso il counselor veste il ruolo di amico per dare un sostegno pratico ed emotivo per i soggetti socialmente più isolati.
L’intervento di advice (consiglio) si prefigge lo scopo di offrire informazioni e suggerimenti per aiutare il cliente. La relazione in questo caso è breve e finalizzata allo scopo di risoluzione del problema specifico.
La guidance si propone di costituire una relazione più a lunga durata con consultazioni prolungate che orientano il cliente verso l’esplorazione del problema. Durante questi incontri il counselor fornisce informazioni e suggerimenti.
Il counseling skills si riferisce, invece, alle competenze e abilità di comunicazione e relazione tipiche del counseling e possono essere utilizzate da diverse figure professionali per migliorare la prestazione lavorativa del cliente.
Infine, con la definizione di counseling professionale si intende quella forma di aiuto professionale e specifico che ha il fine di offrire tempo, attenzione e rispetto ad una o più persone che si trovano in difficoltà.
Il counseling ha, quindi, lo scopo di aiutare il cliente a trovare una soluzione alle sue difficoltà in maniera autonoma e personale, il consiglio, invece, è una soluzione precostituita, unilaterale e di poca utilità e flessibilità poiché se la soluzione del problema parte dal counselor, il cliente non imparerà ad essere autonomo e quindi a risolvere i suoi problemi presenti e futuri facendo conto sulle proprie capacità.
Per questo è importante non confondere la figura del counselor come colui che dà consigli ma sarebbe più opportuno riferirsi all’etimologia corretta della parola counseling che deriva dal termine latino consulo, che significa avere cura di, venire in aiuto. In senso etimologico, quindi, il counseling è un intervento di aiuto, un modo per prendersi cura di un’altra persona.
La relazione di counseling può variare a seconda dei bisogni ma riguarda i compiti evolutivi ed è rivolta a risolvere problemi specifici, a prendere decisioni, a fronteggiare momenti di crisi, a sviluppare una migliore visione e conoscenza di sé e ad elaborare sentimenti connessi ai conflitti personali o a migliorare le relazioni con le altre persone.
Il counseling non si propone di affrontare problematiche collegate o derivanti da psicoterapia ma di gestire difficoltà connesse ai compiti evolutivi del cliente.
Con il termine compito evolutivo mi riferisco ai compiti tipici che ciascun individuo si trova a sostenere nelle varie fasi del proprio sviluppo. Ciascuna fase è determinata da cambiamenti interni e esterni all’individuo e comporta il superamento di compiti specifici di quella fase. L’adolescenza, per esempio, è una fase in cui lo sviluppo individuale della persona si trova ad affrontare compiti evolutivi connessi alla formazione e al consolidamento dell’identità. L’accettazione del proprio corpo, la scoperta della sessualità, la formazione di legami affettivi e di amicizia al di fuori del nucleo della famiglia, la gestione e la negoziazione dell’autonomia e del proprio ruolo rispetto alla famiglia sono tutti compiti evolutivi importanti che scatenano crisi profonde del ragazzo che se non superate determinato insicurezze dell’adulto futuro.
I cambiamenti e adattamenti necessari dopo una crisi e un trauma, quindi, se non raggiunti, possono dar vita ad una disorganizzazione della vita della persona o addirittura ad uno stallo. Si può affermare che, finché esiste una crisi, sebbene comporti un cambiamento più o meno caotico e disfunzionale si può trovare una soluzione. Ciò che bisogna tentare di evitare è il mantenimento di una posizione di stallo troppo prolungata e pericolosa per ridurre il rischio di esiti negativi.
È importante ribadire che il counseling, di norma, è un intervento breve che si risolve con dieci/ quindici colloqui ed è finalizzato alla risoluzione di un problema specifico. Si colloca in un’area fra l’intervento socioeducativo e terapeutico. Si propone principalmente di fare prevenzione, si fa promotore della salute e della qualità della vita e della piena utilizzazione delle risorse a propria disposizione.
Il Counselor è un professionista di aiuto, un Helper che accompagna la persona verso mete e obiettivi che ci si è prefissati, e aiuta a fare in modo che ognuno possa dare il meglio di se stesso nei vari contesti sociali e privati come nella vita personale, nella scuola, nel lavoro, nei rapporti di coppia e familiari.
Il Counselor non dà consigli, non offre soluzioni, non indica scorciatoie e non fa terapia ma attraverso un
percorso di crescita, di responsabilizzazione, di maturazione conduce il cliente alla scoperta di un futuro diverso.
Capita a tutti nella vita di attraversare dei momenti difficili. Questi momenti sono caratterizzati, per lo più, da una così detta "fase di transizione" ovvero da un cambiamento: personale, scolastico, professionale, amicale, etc.
Durante la nostra vita accadono delle cose che, pur essendo del tutto normali (nasce un figlio, cambia il lavoro, si chiude un ciclo scolastico, etc.), spesso ci lasciano in una situazione di empasse rispetto alla quale non sappiamo bene come muoverci.